La vedo emergere dal Tirreno come un miraggio, due monti gemelli incorniciati da una lieve foschia azzurra: Salina è la destinazione del fine settimana, per cominciare al meglio l’estate. Ecco qualche spunto per la vostra vacanza nella più verde delle Eolie.

Alicudi e Filicudi viste dalla cima del Monte Fossa delle Felci
L’inattesa magia del Monte Fossa delle Felci

Con quel suo nome incredibilmente evocativo, questa montagna domina l’isola dall’alto dei suoi 962 metri, dirimpetto al Monte dei Porri (con questo nome si indica una varietà di aglio) che invece svetta fino a 860 metri. Diversi sentieri si snodano su per i fianchi della montagna che, via via che si sale in quota, svela una vegetazione sempre più fitta e rigogliosa. Ginestre, lentischi e ciuffi argentati di artemisia lasciano spazio a lecci, pini, ontani e castagni secolari che vegetano proprio in cima, intorno e dentro a quello che un tempo era un cratere.

La “fossa” non è altro, infatti, che il cratere di un vulcano, spento da millenni e ricoperto di felci, alcune delle quali raggiungono la ragguardevole altezza di due metri. Arrivati in cima, si schiude davanti agli occhi una vista meravigliosa su Lipari, Vulcano, la Sicilia con l’Etna e, verso ovest, Alicudi e Filicudi.

Vista dal Monte Fossa delle Felci. In primo piano la frazione di Lingua

La passeggiata è di difficoltà medio – alta, per notizie sulla riserva ci si può iscrivere al gruppo Facebook gestito da Elio Benenati, appassionata guardia forestale che da anni si occupa della cura di questo territorio.

Granita e pane cunzatu da Alfredo
Granite da Alfredo

Sia che preferiate il dolce, sia che vogliate qualcosa di salato, il vostro riferimento è Alfredo. Il locale, sul lungomare di Lingua, ha aperto i battenti nel 1968, all’epoca dietro il banco a preparare e servire le granite c’era Alfredo Olivieri. Oggi la gestione è passata ai figli Piero e Angelo, ma la sostanza non è cambiata. Si sceglie una granita ai frutti di stagione – gelsi, mandorle, fragola e molti altri, fra cui le more selvatiche di Vulcano – accompagnata da brioche, oppure il pane cunzato che, a differenza di quel che accade altrove, è un disco di pane sul quale vengono poggiate “montagne” di sapori: pomodorini, melanzane, pesto di capperi e mandorle, formaggio, cipolle rosse e molto altro ancora.

Il tramonto sul mare di Pollara

Lo spettacolo del calare del sole è così bello che per ammirarlo più comodamente è stato realizzato un belvedere dedicato, proteso sul mare al di sopra della frazione di Pollara. Ogni sera qui si riunisce un piccolo gruppo di persone, sempre in religioso silenzio davanti al tramonto che illumina le onde e il cielo di riflessi in ogni tono dell’oro e del rosso. Parlando di Pollara, è un must la gita in barca con destinazione proprio questo tratto di mare.

Le balate in riva al mare di Pollara

L’acqua è limpida e smeraldina e le rocce che la incorniciano, con le “balate” (ricoveri per le barche dei pescatori) intagliate nella pietra a marcare la presenza secolare dell’uomo, ne fanno un luogo magico. Purtroppo la spiaggia, sulla quale passeggiavano Philippe Noiret e Massimo Troisi nel film “Il postino”, è stata erosa dal mare. Il ripascimento, insieme a molte altre iniziative per rendere l’isola sempre più sostenibile e green, è uno dei progetti dell’associazione Salina Isola Verde.

Shopping in via Risorgimento

Sebbene sia un’isola piccola, Salina ha un buon numero di artigiani e di negozi sfiziosi. Per la verità non solo in via Risorgimento, l’arteria principale di Santa Marina Salina, il paese più grande, ma anche negli altri due comuni, Malfa e Leni. Fra abbigliamento, ceramiche, bijoux, oggetti intrecciati, candele profumate e specialità tradizionali, la scelta è varia e interessante.

Il malvasia (e l’assenzio per i pirati)

Il malvasia è il vino tipico di quest’isola, viene prodotto da molti secoli con accurato procedimento. Ne ho scritto qui. Sull’isola si coltivano anche capperi e cucunci (il frutto della pianta del cappero) mentre non si produce più l’assenzio che, un tempo, si traeva con profitto dalle foglie dell’artemisia. Liquore “romantico” per eccellenza, se consumato in quantità l’assenzio è velenoso. Ben lo sapevano gli isolani che, secondo una tradizione locale, lo utilizzarono per liberarsi dei pirati turchi. A quanto si tramanda, sotto attacco da parte di una nave pirata, i salinesi finsero di arrendersi e organizzarono una sorta di comitato d’accoglienza, con tanto di donne compiacenti e assenzio a volontà. La mattina dopo gli invasori erano stecchiti e l’isola salva.