Quando ero bambina, una delle regole della buona educazione era “non si scrive sui muri” e, se si veniva beccati, erano dolori. Anche adesso, per la verità, non si fa… a meno che a farlo non sia un artista. In quel caso parliamo di Street Art.
Da qualche tempo una passeggiata a Palermo oltre che consentire di vedere i suoi famosi monumenti, rivela anche un gran numero di dipinti sui muri cittadini. Ci sono scritte e scarabocchi, d’accordo, e dichiarazioni d’amore eterno che nulla hanno di gradevole se non per l’eventuale destinatario del messaggio in questione, ma anche opere di grandi dimensioni realizzate da veri artisti.

Uno dei più famosi è il ritratto di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, i due magistrati uccisi dalla mafia che sono ormai delle icone cittadine. Il loro colloquio sorridente è stato eternato sull’alta parete di un palazzo a fianco del porticciolo della Cala da Rosk e Loste che hanno preso spunto da una celebre foto di Tony Gentile. L’opera è stata commissionata dall’Associazione Nazionale Magistrati e questo ci fa comprendere come l’arte di strada sia stata ormai a pieno titolo sdoganata.

I creatori di graffiti non solo non devono più nascondersi, ma anzi vengono a pieno titolo interpellati. Negli ultimi vent’anni questo fenomeno è diventato sempre più evidente a Palermo e oggi vi sono perfino percorsi guidati nel centro storico che toccano le opere disseminate fra vicoli e case diroccate (Palermo è forse l’unica città in Europa che ancora porta i segni dell’ultimo conflitto mondiale… e non sembra intenzionata a risanarli).
Seguendo le guide si può apprendere così delle tecniche usate e conoscere l’idea che ha mosso l’artista, e vedere, una strada dopo l’altra, come mani diverse hanno lasciato il segno su vecchi muri e brutte palazzine popolari, diventate tele per un’arte nuova che non parla solo ai ragazzi.

Le fonti di ispirazione, ovviamente, sono le più diverse, dalle opere d’arte iconiche della città, come il Trionfo della Morte custodito nella Galleria di Palazzo Abatellis, che ha ispirato la folla di figure dipinte da Mbre Fats; e i santi, variamente rappresentati, dal Sant’Erasmo del citato Palminteri alla Santa Rosalia creata da Tvboy.
Non solo in centro storico, ma anche in molti altri quartieri è possibile trovare street art, con dipinti che arrivano a essere di grandi dimensioni ricoprendo intere facciate. Le opere di Igor Scalisi Palmiteri, ad esempio, uno degli artisti più attivi in città, si sviluppano sui fianchi di alti palazzi senza mai perdere la proporzione, dando un tocco di colore in luoghi inattesi come lo Sperone, alla periferia orientale della città.

Ci sono poi le opere che nascono proprio per dare il segno del rinnovamento di una zona della città ed è il caso dei murales che ornano Danissini, un quartiere popolare di case ordinarie che si estende a pochi passi dagli splendori dei palazzi e delle chiese arabo-normanne. Un relitto che negli ultimi anni è stato posto al centro di un vivace progetto di riqualificazione soprattutto sociale che si esprime anche nei graffiti.

Uno dei primi, “Della condivisione” realizzato da Guido Palmadessa nel 2018, riassume bene l’idea di base che muove chi si sta occupando di questo quartiere: non si può restare indifferenti ma occorre partecipare al progetto comune di rinascita.